Mindfulness e attacchi di panico

 




Il disturbo di panico è un disturbo d’ansia caratterizzato da attacchi di panico frequenti ed improvvisi; questi portano a sintomi somatici e cognitivi.

Caratteristiche dell' attacco di panico

Fanno parte dei sintomi fisici: palpitazioni, percezione accentuata del proprio battito cardiaco o tachicardia, maggiore sudorazione, tremori o agitazione, sensazione di mancanza d’aria o di soffocamento, dolore o fastidio al petto, nausea o disturbi addominali, sensazione di sbandamento, di instabilità, sensazione di “testa leggera” o di svenimento, confusione mentale, brividi o vampate di calore, sensazioni di intorpidimento o formicolio, sensazione di irrealtà o di essere distaccati da sè stessi, paura di perdere il controllo o di impazzire e paura di morire.

I tre tipi di attacco di panico

Il primo tipo preso in esame è quello improvviso,non provocato,si presenta  senza motivi o cause apparenti.
Il secondo è di tipo situazionale  ed è quindi provocato(ad esempio fobia di qualcosa o di una data situazione).
La terza tipologia è legato a situazioni in cui la persona risulta sensibilizzata (ad esempio, a seguito di un incidente in auto, un soggetto potrebbe avere attacchi di panico nel caso in cui ci si ritrovi alla guida) (Yong-Ku, 2019).

Mindfulness e attacchi di panico

Cos'è la mindfulness?

È una pratica meditativa che permette di prestare attenzione, in modo intenzionale, all’esperienza che si sviluppa nel qui ed ora. È definita come:" una modalità specifica di vivere l’esperienza interna ed esterna con un’attenzione consapevole, vivendo gli stati mentali come tali nella loro pienezza "(Rainone, 2012).

Come agisce?

Aiuta a focalizzare i pensieri sui sentimenti e sulle sensazioni fisiologiche nel presente, istruendo e allenando la persona ad agire in modo cosciente.
Il centro della meditazione è rappresentato dal respiro: concentrarsi su questo, permette di  mantenere la mente aperta e vigile e ad allontanare, pensieri e emozioni negative.
Il respiro diventa lo strumento principale per ampliare la consapevolezza e per entrare in contatto con la realtà interiore (Hayes, Strosahl e Wilson, 1999).


Metodi di respirazione

Durante la meditazione sono usati diversi metodi di respirazione.
I metodi principali si basano sull’ osservazione del respiro e sulla sua alterazione.
Osservare il respiro permette di focalizzarsi sul momento presente e a  calmare il lavorio mentale; la diversificazione o alterazione del modo di respirare, invece, aiuta a rompere gli schemi mentali in base ai quali solitamente il soggetto con disturbo di panico agisce.

Seguire il ciclo dei respiri o focalizzarsi su di essi, dunque, rallenta la mente, rimettendola al passo con il corpo (Wilson, 1999).
È di fondamentale importanza che chi è affetto da disturbi di panico valuti in modo diverso il proprio pensiero e non gli dia più importanza di quanta ne abbia in realtà (Hayes, 1999).

Tra chi ne soffre,c'è la tendenza ad  evitare luoghi o circostanze scatenanti,perché la persona confonde il livello dei fatti con quello dei processi interni.
Per esempio,ha paura di guidare la macchina è cosciente del fatto che il problema non è la macchina in sé, ma sono i pensieri relativi all’idea di sentirsi male e di poter avere un attacco di panico mentre guida.
In questo caso l'attacco è scatenato dal pensiero stesso di star male in macchina,quindi  riconoscere i propri processi interni, i propri pensieri catastroficil’aiuterebbe a spostare l'attenzione non verso la macchina ma verso ciò che accade dentro di sé. L’identificazione delle proprie previsioni catastrofiche è, dunque, essenziale per superare il problema: questi pensieri rappresentano i veri timori e sono, soprattutto, totalmente falsi.

Commenti

Post più popolari